Il baccalà non è solo protagonista delle tavole ma è anche fonte di ispirazione per artisti, musicisti e registi teatrali, perché ha dato vita a bellissime poesie, canzoni e opere teatrali, come quella del grande drammaturgo napoletano Eduardo De Filippo, che ha scritto un poemetto intitolato proprio “Baccalà”.

Il protagonista è uno dei personaggi simbolo del suo teatro, che si nasconde dietro la verità e indossa una simbolica maschera per non perdere la speranza di un futuro migliore.

Baccalà, un uomo simbolo di una Napoli eterna

“Baccalà” è un poemetto in versi scritto nel 1949, a pochi anni dalla fine della seconda guerra mondiale, incentrato sull’esistenza di un uomo vissuto a cavallo tra i due conflitti che hanno segnato la storia del nostro Paese.

Baccalà è il soprannome di Gennarino, un uomo che l’autore descrive come «un personaggio tipico di una Napoli eterna, fermato e disegnato in versi»,  che gode dell’amicizia e degli affetti di coloro che gli stanno intorno e che, arruolatosi nell’esercito allo scoppio della guerra, diventa oggetto di battute sarcastiche da parte degli altri soldati. Da qui deriva il soprannome di baccalà, che a Napoli si utilizza per indicare una persona sciocca ed ingenua e che, non a caso, De Filippo sceglie per designare il suo eroe.

Quali sono le ragioni di questa scelta? Chi conosce l’estro e l’animo del grande maestro napoletano sa che dietro i personaggi descritti come sciocchi, derisi ed emarginati dalla società si nasconde la parte migliore dell’umanità, quella che sceglie consapevolmente di conservare la propria ingenuità e vive senza odi, rancori e gelosie, godendosi la vita nel pieno della sua bellezza.

Ecco allora il filo conduttore con il nostro baccalà, un prodotto semplice e genuino che non ha nessun interesse a gareggiare con i piatti di alta cucina perché è squisito così com’è, in quanto conserva la bontà dei prodotti umili (quella che nessuna pietanza elaborata potrà mai eguagliare) e permette a tutti coloro che sanno trovare l’eccellenza nella semplicità, di godere del suo gustoso sapore.

Il personaggio di Eduardo, allora, è uno dei tanti “Baccalà” che sono fra noi, uno di quei “fortunati” che conservano una grande voglia di vivere e un briciolo di follia, nonostante gli imprevisti della vita.

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