
Il Baccala nella musica dagli anni’ 70 ai ’90
Il baccalà è un artista, mica un pesce come gli altri!
Non solo è protagonista delle tavole, ma ha anche ispirato diverse canzoni della tradizione popolare che mettono in risalto il suo intimo legame con la cucina umile e genuina. Di queste canzoni abbiamo selezionato le più simpatiche e pittoresche e siamo pronti a condividerle con voi, fedeli amanti del baccalà!
Vi proponiamo perciò un breve viaggio alla scoperta del lato artistico di questo pesce che attraversa circa un ventennio di musica!
Nino Ferrer : “Il Baccalà”
Il nostro piccolo excursus sulla tradizione musicale del baccalà inizia negli anni ‘70 sulle note di una canzone di Nino Ferrer, il poliedrico cantante, etnologo e antropologo francese di origine italiana, che ha voluto lasciare un suo personalissimo tributo a questo pesce in una canzone intitolata per l’appunto “il Baccalà“.
Il testo è molto semplice, racconta di un cestino carico di prelibatezze che viene preparato con tre giorni di anticipo in vista di una gita fuori porta con “mammà” e che, tra i tanti prodotti casalinghi, contiene anche una bella porzione di baccalà. In particolare nel ritornello viene ripetuto più volte cosa contiene il cestino:
“Il parmigiano
lo zafferano
la mozzarella
e la cannella
la pasta al pesto
il pollo arrosto
il baccalà
Non c’era proprio più niente da desiderare
eran tre giorni che stavamo a preparare
le due valige, i tre pacchi, la borsa, il cestino con Mammà”
Tuttavia, proprio sul più bello quando stanno per uscire a godersi il pic nic, inizia a piovere e alla fine il cestino e il baccalà se lo mangiano in città!
“Ma abbiam trovato la pioggia ed ora viene il bello
avevamo dimenticato l’ombrello!!
e siam scappati coi pacchi, la borsa, il cestino e con Mammà
Siamo tornati
a mangiare in città
i panini, il gelato,
le bistecche, il pesto, il baccalà!
La minestra, la frutta,
l’insalata, il pollo, il baccalà!
Le lumache, la pasta,
il formaggio, il brodo, il baccalà!”
Orietta Berti: “Polenta e Baccalà”
La seconda tappa del nostro viaggio ci porta esattamente nel 1972, anno in cui Orietta Berti presenta al pubblico la canzone “Polenta e Baccalà“, destinata a diventare un punto di riferimento di grande importanza nella cultura veneta popolare. Anche in questo caso vi proponiamo una strofa della canzone:
“La mula del Parenzo (lerì-lerà)
l’ha messo su bottega (lerì-lerà)
de tutto la vendeva
de tutto la vendeva.
La mula del Parenzo (lerì-lerà)
l’ha messo su bottega (lerì-lerà)
de tutto la vendeva
fora ch’el baccalà“
Pino Daniele: “Baccalà”
3) Con Pino Daniele arriviamo al 1987 e cambiamo completamente sound con un canzone, intitolata “Baccalà“, che si distacca molto dal clima popolare dei testi precedenti e si presenta come una denuncia alla maleducazione della società contemporanea. Qui, infatti, siamo di fronte ad una provocazione tipica del nostro Pino, che all’inizio sembra prendere in giro chi si comporta bene e viene per questo additato come baccalà, e poi ribalta la situazione considerando quest’appellativo motivo d’orgoglio. (abbiamo già parlato in un precedente articolo del fatto che a Napoli la parola “baccalà” ha anche il significato di “scemo“). Vediamo come avviene questo passaggio dalle strofe iniziali all’ultima:
“Tu si’ tutto scemo
fa’ passà’ primm’ ‘a signora
te vo’ ‘mparà’ l’educazione
che figura me faje fa’”
Solo nella conclusione del testo viene fuori il vero pensiero di Pino Daniele, il quale, rivolgendosi ad un ipotetico destinatario della canzone, dice:
“Tu si’ tutto scemo
nun capisce quasi niente
invece d’essere cuntento
ca si’ nato baccalà.”
Tuttavia, noi lo conosciamo bene e non ci siamo mai fatti ingannare dalle parole iniziali così lontane dal suo pensiero!
Paolo Conte: “Il pesce veloce del Baltico”
Concludiamo con una canzone degli anni ’90 di Paolo Conte, intitolata “Il pesce veloce del Baltico“, che è un inno alla cucina umile e genuina, sradicata dalle sue origini popolari per divenire protagonista dei menù di hotel e ristoranti. L’ultima strofa è dedicata proprio al baccalà che di questa cucina è il protagonista.
“Pesce Veloce del Baltico”
dice il menu che contorno han
torta di mais e poi servono
polenta e baccalà
cucina povera e umile
fatta d’ingenuità
caduta nel gorgo perfido
della celebrità
della celebrità”
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