Con San Valentino alle porte anche il Baccalà si sente romantico e vuole parlarvi della parte migliore di sé: il mussillo, un cuore tenero e pregiatissimo che fa innamorare di sé chiunque. Più precisamente a Napoli è chiamata mussillo la parte dorsale del baccalà, quella da cui si ricava un prelibato filetto di pescpronto per essere fritto o condito.

Intorno all’origine di questa parola ruotano ancora diverse diatribe che attribuiscono al termine significati diversi tra loro, talvolta anche eccessivamente fantasiosi. Un’etimologia poco convincente, ad esempio, è quella che fa derivare la parola mussillo dal termine francese mousse per sottolineare la somiglianza che c’è tra la tenerezza del filetto e quella di una soffice crema.

Un’altra, invece, considera il termine mussillo un diminutivo di “muorzo“, ma questa spiegazione non ci convince affatto perché rende poca giustizia a quella che è un’eccellenza della nostra cucina. L’unica etimologia che sembra addirsi a pieno al nostro caro filetto è quella che fa derivare il termine dalla parola musso, in virtù della sua somiglianza  con le labbra soffici e morbide di una giovane donna (ma non di una qualsiasi, della più bella, dolce e seducente fanciulla che ci sia!).

Ad ogni modo, dato che tra pochi giorni si festeggia l’amore vi consigliamo di mettere da parte queste domande e di pensare solo ad assaggiare il mussillo, convinti che l’incontro con il nobile cuore del baccalà non vi riserverà nessuna delusione d’amore!

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