baccalà nella letteratura e nei libri

Il baccalà non è solo protagonista delle nostre tavole e di ricette incredibili, è riuscito nel tempo anche ad avere un ruolo nella letteratura. Inaspettatamente possiamo ritrovarlo tra le righe di una storia avvincente, descritto dal protagonista di un’opera o addirittura come protagonista stesso di un intero libro.

 

Tra una storia e l’altra

Una simpatica comparsa gli viene riservata in una delle avventure del Capitan Fracassa, una storia a puntate di Theophile Gautier. Quest’opera è ambientata in Francia ai tempi di Luigi XIII e narra le vicende del giovane barone Sigognac, discendente di una nobile famiglia andata in rovina.
Decide un giorno di approfittare del passaggio di una compagnia di attori per recarsi a Parigi e chiedere aiuto al Re. Durante uno dei tanti episodi di questa storia avvincente, il baccalà viene definito non un piatto volgare, ma bensì una pietanza sopraffina se cucinata a dovere.

Un ruolo di gran lunga più importante gli viene dato nelle “Riflessioni di Robinson davanti a centoventi baccalà” di Manuel Vàasquez Montalbàn. In questa storia, pubblicata nel 1995, un vescovo di gourmet naufraga su un’isola deserta dove riflette costantemente sul profondo significato del cibo e del gusto. La corrente gli porterà una cassa di ben centoventi baccalà e mentre accende un fuoco per poterli cuocere, pensa a tutti i modi possibili per cucinarli.

Nel best seller “Il patto dei leoni” di Dorothy Dunnett, ambientato ai tempi della guerra delle due Rose, vi è una lunga e dettagliata descrizione della pesca nei mari del nord e del fiorente commercio di baccalà.

 

Da comparsa a protagonista

Non poteva non essere preso in considerazione dal giornalista Paolo Monelli ne “Il ghiottone errante – viaggio gastronomico attraverso l’italia”, un excursus tra i più tipici cibi italiani tra cui appunto, il baccalà. Con il triste pesce boreale, dice Monelli, non ci si può immaginare cosa sappiano combinare.

Gli sono state dedicate anche diverse biografie, come “Merluzzo, storia del pesce che ha cambiato il mondo” scritta da Mark Kurlansky e “Nel segno del baccalà” di Flavio Birri e Carla Coco.

 

In prosa o in rima, recita alla grande!

Non solo libri, ma anche versi, poesie e recitazione.

Una filastrocca inventata da Totò la ritroviamo nel suo film Totò contro maciste. La filastrocca recita: “Fegato qua, fegato là, pesce fritto e baccalà”. Ma non è tutto, il merluzzo sotto sale è davvero un attore coi fiocchi!

In un altro film di Totò, Signori si nasce, la moglie del povero principe rimasto senza denaro riesce sempre e comunque a preparare un piatto a base di baccalà.Perfino accanto al mitico Scarpetta viene citato il “baccalaiuolo”, il padre di Felice definito meno volgarmente dal figlio “venditore di baccalà”. Se cercassimo nelle grandi biblioteche del mondo, troveremmo sicuramente centinaia di storie con almeno un po’ di baccalà al loro interno.

Un piatto che fa parte della tradizione di tanti popoli non poteva non immergersi nella loro cultura e nella loro letteratura, diventando parte integrante delle storie che raccontano.

 

 

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