Noi napoletani siamo abituati a ritrovarci la tavola invasa da piatti e vassoi pieni di baccalà durante le festività natalizie, come tradizione vuole.

Un’usanza che si tramanda da così tanto tempo che stentiamo a renderci conto che, invece, questa gustosa pietanza, preparata nei modi più svariati, potrebbe coronare i nostri appetiti anche quando il sole domina le stagioni più calde, magari in accezione finger food per arricchire saporiti buffet di mare.

Insomma, se amiamo così tanto il sapore del baccalà, perché rinunciarci?

D’altro canto, questo pesce contiene anche un nugolo di sostanze nutritive molto importanti per la nostra salute: motivo in più per concederci qualche spuntino in tema in ogni periodo dell’anno.

Proprietà nutritive e qualitative

Sappiamo che il baccalà si differenzia dallo stoccafisso per il tipo di conservazione: l’essiccazione, infatti, non avviene all’aria ma sotto sale, ed è proprio questo procedimento a garantire non solo la lunga conservazione, ma anche tutta una serie di proprietà nutritive e benefiche.

A detta degli esperti, infatti, il sale ne assorbe i liquidi, evitando che i batteri danneggino le carni e offrendo alla cottura un pesce che diventi molto gustoso e saporito, piacevolmente croccante e libero da quell’odore decisamente intenso che non tutti amano.

Fonte di proteine davvero importante (superiore alla carne), il baccalà contiene anche fosforo, lisina, Omega-3, Omega-6, Omega-9 e vitamina A, mantenendo una struttura povera di grassi, perfetta sia per i bambini che per chi segue un regime dietetico molto restrittivo.

La cosa fondamentale, quindi, è favorire dei processi di cottura che valorizzino – e non disperdano – questi nutrienti, prediligendo uno stile di vita sano e ricette genuine che aiutino il corpo umano a restare in forma, prevenendo persino malattie fatali.

Una storia che proviene da lontano

Insomma, non è solo per una questione di gusto, ma anche di salute che è consigliabile consumare il baccalà anche in estate: basti pensare che, già nell’Ottocento, la classe operaia inglese si manteneva con quello che loro hanno sempre chiamato “fish & chips”, cioè proprio un piatto a base di merluzzo e patatine fritte, economico ma altamente nutriente e perfetto per reperire energie utili all’attività lavorativa.

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