Da sempre abbiamo fisso nella mente un anno, il 1492, e sappiamo bene che è l’anno della scoperta dell’America.
Da italiani ricordiamo le gesta  del nostro capitano avventuriero Cristoforo Colombo che nell’anno sopracitato approdò sulle coste americane, precisamente a San Salvator.
Pochi sanno che questa scoperta nasce da un errore di calcolo; infatti il buon capitano italiano giunse si in America, ma partì alla ricerca di una nuova e rapida rotta per l’India.
Non fu facile per lui iniziare questo viaggio e trovò molte porte sbarrate, ma Cristoforo con i finanziamenti della corte di Spagna giunse in America; una fuga di cervelli ante litteram!

Scherzi a parte per molto tempo ci hanno insegnato questo a scuola ed il viaggio delle 3 caravelle è una storia che affascina grandi e bambini grazie al suo spirito pionieristico ed avventuriero, ma prima ancora di Colombo in America ci sono arrivati i normanni, non con un viaggio unico ma a tappe, durato quasi 2 secoli, rincorrendo merluzzi e nuove risorse.

Leggi anche: Piero Querini, l’italiano che ha scoperto lo stoccafisso

 

Dalla Danimarca all’Islanda

Per quanto sia una terra ostile (n.d.r. il nome significa appunto terra di ghiaccio), l’Islanda ha una posizione eccezionale, situata a metà strada tra l’Europa e l’America.
Ed è proprio qui che Naddar, uno dei più famosi pirati normanni, decise di stanziarsi; la vita per i popoli normanni non era fatta di palazzi ed oro, ma di navi e sale.
La loro cultura e religione li rendeva popoli fieri e coraggiosi sempre in giro sulle loro drakkar alla ricerca di coste da saccheggiare e risorse da depredare, così da guadagnarsi un posto nel Valhalla.

Durante i loro continui spostamenti avevano bisogno di cibo e portavano con se l’immancabile stoccafisso, che mangiavano senza cottura e senza ammollo, ma durante la navigazione non disdegnavano pescare per mangiare pesce fresco.

La Groenlandia di Erik il Rosso

Come avrete potuto intuire, l’Islanda da terra disabitata in pochi secoli divenne una vera e propria colonia danese, e molti di questi “coloni” erano criminali che scontavano la loro pena sull’isola di ghiaccio.
Uno di questi Erik il Rosso, che per sfuggire all’ennesimo arresto per omicidio, insieme ad alcuni intrepidi marinai ed altre navi salpò verso ovest, in direzione di quella che è attualmente la Groenlandia.
Ed in effetti qui oltre alle nuove terre scoprì anche i merluzzi atlantici, differenti da quelli che era abituato a pescare nelle acque dei mari del Nord.

In queste terre Erik si stabilì in alcuni fiordi al sud dell’isola fondando anche delle piccole cittadine; furono diverse le spedizioni in Groenlandia che letteralmente significa isola verde.
Pare che questo nome fosse stato dato apposta per convincere intere famiglie a spostarsi in quella gelida ed aspra isola!
 

I figli di Erik verso Terranova e la nuova Scozia

I pescatori ormai stabilitisi in Groenlandia parlavano di enormi banchi di pesci, molto più grandi di quelli che si vedevano nelle acque Islandesi. Questo spinse i pescatori e gli esploratori all’inseguimento di questa facile e nutriente risorsa e verso nuove terre da predare.

I figli di Erik, Leif e Thorste intorno all’anno 1000 inseguendo le orme o meglio le “onde” del papà arrivarono fino alle coste di Terranova e Labrador (conosciute per il gaspè) e di li attraverso il canale di mare che porta al golfo di San Lorenzo, approdarono in quella che è l’attuale Nuova Scozia.

I figli di Erik il Rosso scoprirono l’America qualche secolo prima di Colombo, ed è per questo che ancora oggi gli scandinavi contestano i festeggiamenti del Columbus Day.
Addirittura secondo alcune testimonianze alcune spedizioni arrivarono fino alla costa dove ora sorge la città di Boston.
Ma le mire espansionistiche dei Normanni durarono pochi anni; infatti furono costretti a tornare nelle fredde terre da cui erano venuti a causa dei continui attacchi dei pellerossa che difesero con coraggio le proprie terre.

Senza più possibilità e con pochi uomini la colonizzazione dell’America restò un vago ricordo e nei secoli successivi i normanni abbandonarono anche le colonie in Groenlandia, lasciando solo rovine e storie su enormi banchi di pesci che furono la scintilla per altri avventurieri alla ricerca di fortuna.

LEAVE A REPLY